Tre secoli di storia italiana del pianoforte incanteranno Pechino per due settimane di mostre, recital e conferenze dedicate ad uno degli strumenti protagonisti della grande musica.
Inizia oggi, 17 maggio, al Millennium Monument Museum di Pechino, e si protrarrà sino al 3 giugno, un evento – pensato in Italia - che in Cina non ha precedenti: fra conferenze di approfondimento, recital pianistici, e un’importante mostra di strumenti a tastiera dai primi esemplari del ‘700 ai capolavori di oggi, il progetto Italian Piano Experience è un’occasione unica per ripercorrere tre secoli di evoluzione di questo strumento.
Uno strumento, mille varianti
Italian Piano Experience, ideato da Roberto Prosseda e organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Pechino, con la collaborazione di Cremona Musica e Bizzi Clavicembali, nasce per celebrare le origini italiane del pianoforte. Celebrazioni rese ancor più esaustive anche grazie alle spiegazioni di Guido Bizzi e le esibizioni dal vivo del cembalista e organista Claudio Brizi, già curatori della mostra, che permetteranno di assaggiare il suono dei diversi pianoforti e dei loro cugini (organo, cembalo, clavicordo, harmonino).
Interpreti storici e volti nuovi
A importante corollario della mostra, molte saranno le occasioni per ascoltare all’opera sia alcuni dei maggiori interpreti (Claudio Brizi, Giovanni Prosseda), sia i più promettenti giovani talenti (Leonora Armellini, Mariangela Vacatello, Axel Trolese, Vanessa Benelli Mosell) in vari recital che includeranno molti brani di autori italiani, da Scarlatti a Stroppa.
Altre occasioni di approfondimento saranno garantite da Nicola Sani, che parlerà del repertorio pianistico italiano contemporaneo, e da Prosseda stesso, che presenterà l'evoluzione dello strumento dal Fortepiano del tempo di Mozart al moderno pianoforte a coda.
Nulla è per caso
Peraltro, non è casuale che “Italian Piano Experience” si tenga a Pechino. La Cina, infatti, risulta essere il primo mercato mondiale per i pianoforti, a conferma di una tradizione che, comunque, arriva da molto lontano: nel ‘500 un prete gesuita fece arrivare il primo clavicembalo italiano alla corte della dinastia Ming, mentre a inizio ‘900 Matteo Paci svolse un’importante opera di educazione e produzione musicale che portò alla nascita della prima orchestra sinfonica moderna cinese.
Non disperino però gli appassionati, non sarà necessario programmare un viaggio nelle terre d’oriente per poter godere di tanta grazia: la mostra e il festival saranno riproposti anche a Cremona dal 28 al 30 settembre 2018, nell’ambito di Cremona Musica International Exhibitions and Festival.